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HEIMAT - Fronte interno (1943)

Ma che fine ha fatto Paul Simon? Scappato via e ritornato, come titolava la puntata scorsa, ad appena quattro anni dall'ultimo episodio resta tuttora un fantasma di cui si parla al passato senza mai vederlo.

Ma come e' morto Hans, il ragazzetto orbo, caduto chissa' su quale fronte dove era stato inviato grazie alla sua strepitosa abilita' di tiro -esercitata per mesi ai danni dei pali del telefono o dell'elettricita'? Il suo occhiolino sbrincio ora ammicca per sempre dalle immaginette che la famiglia ha lasciato su un banchetto all'interno della chiesa, per chi desidera ricordarlo.

Ma come si sono conosciuti Anton, ormai un giovanotto che il Reich ha inviato a combattere in Crimea (dove si ritrova a dover recitare per la macchina da presa dei cinegiornali una telefonata davvero "long distance" alla sua famiglia) e la sua ragazza? La sua ragazza Martha, che arriva incinta di lui a Shabbach e lo sposa per procura e per telefono attorniata dalla sempre piu' adorabile suocera Maria, dal sempre piu' cieco Mathias, dal sempre piu' orgoglioso e ingrigito Wiegand dal sempre piu' mortifero Wilfrid -un vero bastardo, che all'inizio dell'episodio ha assassinato a sangue freddo un soldato inglese precipitato in un bosco; che ha dimezzato le razioni a due prigionieri francesi che hanno saputo farsi voler bene dalle donne del villaggio; che ha osato minacciare la vecchia Katharina che gli rinfacciava la sua vigliaccheria aggressiva, il suo fare il capetto in un paese da cui tutti gli altri uomini abili e arruolati sono dovuti partire forse per non tornare piu'.

Ma cosa ha portato il buon Otto, scappato via e non ritornato dopo che il ritorno di Paul Simon e la perdita del suo posto come ingegnere all'autostrada lo hanno allontanato dalla dolce Maria, cosa lo ha portato al mestiere di artificiere sempre alle prese con bombe e missili inesplosi, che affronta con la dolorosa filosofia di chi dentro di se' sa di essere gia' morto perche' morto e' il suo amore? E che strano giro del destino ha portato Ernst, figlio di Maria, quell'Ernst a cui Otto costruiva gli alianti e che ora e' diventato un buon aviatore (ha centrato i convitati al matrimonio del contumace Anton con un mazzo di garofani rossissimi in una magica sequenza in bianco e nero, e per questo si e' guadagnato il privilegio di andare finalmente a bombardare il nemico), che giro del destino lo ha portato ad incontrare Otto. E ad informarlo che Marie gli ha dato in sua assenza un figlio, un adorabile bambino biondo di nome Herman che ha gia' compiuto quattro anni e che passeggia fra le paperelle della fattoria come un piccolo paperottolo dagli occhi intelligentissimi?

Con questa splendida puntata, HEIMAT riprende il discorso lasciando un buco di quattro anni in cui tante cose sono successe di cui lo spettatore non sapra' forse mai i dettagli, come se lui stesso fosse scappato via e ritornato dopo quattro anni e dovesse ricostruire quello che e' successo dalle frasi di chi questi eventi misteriosi li ha vissuti e li da' naturalmente per scontati. Anton e Ernst sono cresciuti e passati da un attore a un altro, un passaggio che avviene naturalmente grazie al tradizionale rassegna di vecchie fotografie sfogliate all'inizio dell'episodio. La guerra ha svuotato il paese e ha fatto ereditare al lugubre e vile Wilfrid il ruolo di unico galletto del pollaio. Lucie, la cui amica aveva sposato nell'episodio precedente un nolente primo venuto, prosegue il ricevimento di nozze invitando nella sua famosa casa con cinquantadue finestre gli ufficiali di stanza sul fronte interno; ma accoglie anche un giovane soldato che ha il dono di suonare il violino e si sente una raffinatissima mecenate ma non riesce ad articolare complimenti piu' elaborati di uno stridulo e ridacchioso "divino, davvero divino, non trovo altre parole, divino". "Certo, lei e' davvero una donna di classe", le dicono gli ospiti, che di donne di classe devono averne conosciute ben poche e forse solo sullo schermo del cinema. Ma lei si sente davvero superiore: l'abbiamo vista insistere invano perche' Martha andasse a pregare in chiesa, e piuttosto che niente ci e' voluta andare lei trascinandosi dietro il buon Eduard.

La Germania e' ormai lanciata contro tutti, punta gia' con decisione verso la Russia. E l'adozione della soluzione finale comincia a diventare di dominio pubblico. Ne parla per primo il viscido Wilfrid, al ricevimento violinistico di Lucie, bullandosi che sarebbe un segreto ma che tanto si e' tra ufficiali. Ai bambini che hanno sentito e dicono: "Cosa? Chi e' che va su per il camino?" le mamme dicono di stare zitti. La mostruosita' ora comincia ad essere ufficiale. E, mi dice Antonio, anche se per le truppe tedesche le cose sembrano andare a gonfie vele, dall'altra parte del mondo i giapponesi cominciano a buscarle di santa ragione.

Siamo pochi ma buoni, a casa di Antonio e Barbara, stasera. Giovanna e' tornata a Long Island, Flavia e' a casa a scrivere per "L'Orologio". Ma Francesco c'e', dopo una giornata di lavoro. Chiara c'e', tornata da Milano e da qualche notizia seccante. Io ci sono, dopo il debutto della nuova trasmissione su Coming Soon, nei cui studi torno per la prima volta dopo un anno. Tante cose a cui tutti dobbiamo pensare, ma che Reitz ci ha fatto dimenticare, in una puntata veramente magica. E con questa siamo a sei, oltre la meta' delle undici parti in cui il film e' suddiviso. Da qui in poi e' tutta discesa, e gia' sentiamo la prima fitta di chi sa di avere oltrepassato la linea d'ombra.

57' (6-continua)

La risposta di Antonio

1/11 Nostalgia di terre lontane (1919-28) - 119'
2/11 Il centro del mondo (1929-33) - 89'
3/11 Natale come mai fino allora (1935) - 57'
4/11 Via delle alture del Reich (1938) - 58'
5/11 Scappato via e ritornato (1938-39) - 57'
6/11 Fronte interno (1943) - 57'
7/11 L'amore dei soldati (1944) - 58'
8/11 L'americano (1945-47) - 103'
9/11 Hermannchen (1955-56) - 138'
10/11 Gli anni ruggenti (1967-69) - 82'
11/11 La festa dei vivi e dei morti (1982) - 82'

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Tutti i testi © Alberto Farina