Ma che fine ha fatto Paul Simon? Scappato via e ritornato, come titolava
la puntata scorsa, ad appena quattro anni dall'ultimo episodio resta
tuttora un fantasma di cui si parla al passato senza mai vederlo.
Ma come e' morto Hans, il ragazzetto orbo, caduto chissa' su quale
fronte dove era stato inviato grazie alla sua strepitosa abilita' di
tiro -esercitata per mesi ai danni dei pali del telefono o
dell'elettricita'? Il suo occhiolino sbrincio ora ammicca per sempre
dalle immaginette che la famiglia ha lasciato su un banchetto
all'interno della chiesa, per chi desidera ricordarlo.
Ma come si sono conosciuti Anton, ormai un giovanotto che il Reich ha
inviato a combattere in Crimea (dove si ritrova a dover recitare per la
macchina da presa dei cinegiornali una telefonata davvero "long
distance" alla sua famiglia) e la sua ragazza? La sua ragazza Martha,
che arriva incinta di lui a Shabbach e lo sposa per procura e per
telefono attorniata dalla sempre piu' adorabile suocera Maria, dal
sempre piu' cieco Mathias, dal sempre piu' orgoglioso e ingrigito
Wiegand dal sempre piu' mortifero Wilfrid -un vero bastardo, che
all'inizio dell'episodio ha assassinato a sangue freddo un soldato
inglese precipitato in un bosco; che ha dimezzato le razioni a due
prigionieri francesi che hanno saputo farsi voler bene dalle donne del
villaggio; che ha osato minacciare la vecchia Katharina che gli
rinfacciava la sua vigliaccheria aggressiva, il suo fare il capetto in
un paese da cui tutti gli altri uomini abili e arruolati sono dovuti
partire forse per non tornare piu'.
Ma cosa ha portato il buon Otto, scappato via e non ritornato dopo che
il ritorno di Paul Simon e la perdita del suo posto come ingegnere
all'autostrada lo hanno allontanato dalla dolce Maria, cosa lo ha
portato al mestiere di artificiere sempre alle prese con bombe e missili
inesplosi, che affronta con la dolorosa filosofia di chi dentro di se'
sa di essere gia' morto perche' morto e' il suo amore? E che strano giro
del destino ha portato Ernst, figlio di Maria, quell'Ernst a cui Otto
costruiva gli alianti e che ora e' diventato un buon aviatore (ha
centrato i convitati al matrimonio del contumace Anton con un mazzo di
garofani rossissimi in una magica sequenza in bianco e nero, e per
questo si e' guadagnato il privilegio di andare finalmente a bombardare
il nemico), che giro del destino lo ha portato ad incontrare Otto. E ad
informarlo che Marie gli ha dato in sua assenza un figlio, un adorabile
bambino biondo di nome Herman che ha gia' compiuto quattro anni e che
passeggia fra le paperelle della fattoria come un piccolo paperottolo
dagli occhi intelligentissimi?
Con questa splendida puntata, HEIMAT riprende il discorso lasciando un
buco di quattro anni in cui tante cose sono successe di cui lo
spettatore non sapra' forse mai i dettagli, come se lui stesso fosse
scappato via e ritornato dopo quattro anni e dovesse ricostruire quello
che e' successo dalle frasi di chi questi eventi misteriosi li ha
vissuti e li da' naturalmente per scontati. Anton e Ernst sono cresciuti
e passati da un attore a un altro, un passaggio che avviene naturalmente
grazie al tradizionale rassegna di vecchie fotografie sfogliate
all'inizio dell'episodio. La guerra ha svuotato il paese e ha fatto
ereditare al lugubre e vile Wilfrid il ruolo di unico galletto del
pollaio. Lucie, la cui amica aveva sposato nell'episodio precedente un
nolente primo venuto, prosegue il ricevimento di nozze invitando nella
sua famosa casa con cinquantadue finestre gli ufficiali di stanza sul
fronte interno; ma accoglie anche un giovane soldato che ha il dono di
suonare il violino e si sente una raffinatissima mecenate ma non riesce
ad articolare complimenti piu' elaborati di uno stridulo e ridacchioso
"divino, davvero divino, non trovo altre parole, divino". "Certo, lei e'
davvero una donna di classe", le dicono gli ospiti, che di donne di
classe devono averne conosciute ben poche e forse solo sullo schermo del
cinema. Ma lei si sente davvero superiore: l'abbiamo vista insistere
invano perche' Martha andasse a pregare in chiesa, e piuttosto che
niente ci e' voluta andare lei trascinandosi dietro il buon Eduard.
La Germania e' ormai lanciata contro tutti, punta gia' con decisione
verso la Russia. E l'adozione della soluzione finale comincia a
diventare di dominio pubblico. Ne parla per primo il viscido Wilfrid, al
ricevimento violinistico di Lucie, bullandosi che sarebbe un segreto ma
che tanto si e' tra ufficiali. Ai bambini che hanno sentito e dicono:
"Cosa? Chi e' che va su per il camino?" le mamme dicono di stare zitti.
La mostruosita' ora comincia ad essere ufficiale. E, mi dice Antonio,
anche se per le truppe tedesche le cose sembrano andare a gonfie vele,
dall'altra parte del mondo i giapponesi cominciano a buscarle di santa
ragione.
Siamo pochi ma buoni, a casa di Antonio e Barbara, stasera. Giovanna e'
tornata a Long Island, Flavia e' a casa a scrivere per "L'Orologio". Ma
Francesco c'e', dopo una giornata di lavoro. Chiara c'e', tornata da
Milano e da qualche notizia seccante. Io ci sono, dopo il debutto della
nuova trasmissione su Coming Soon, nei cui studi torno per la prima
volta dopo un anno. Tante cose a cui tutti dobbiamo pensare, ma che
Reitz ci ha fatto dimenticare, in una puntata veramente magica. E con
questa siamo a sei, oltre la meta' delle undici parti in cui il film e'
suddiviso. Da qui in poi e' tutta discesa, e gia' sentiamo la prima
fitta di chi sa di avere oltrepassato la linea d'ombra.
57' (6-continua)
La risposta di Antonio
1/11 Nostalgia di terre lontane (1919-28) - 119'
2/11 Il centro del mondo (1929-33) - 89'
3/11 Natale come mai fino allora (1935) - 57'
4/11 Via delle alture del Reich (1938) - 58'
5/11 Scappato via e ritornato (1938-39) - 57'
6/11 Fronte interno (1943) - 57'
7/11 L'amore dei soldati (1944) - 58'
8/11 L'americano (1945-47) - 103'
9/11 Hermannchen (1955-56) - 138'
10/11 Gli anni ruggenti (1967-69) - 82'
11/11 La festa dei vivi e dei morti (1982) - 82'
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