Fin dal titolo, l'episodio spoilera l'evento piu' importante -il piu'
temuto che atteso ritorno a Schabbach di Paul Simon, scomparso ormai
dodici anni fa (per noi appena cinque settimane. Per l'occasione,
tornano a casa di Antonio e Barbara Chiara dalle Bande Nere (che non
vedevamo dal Natale 1935) e Francesco (assente solo la scorsa
settimana). Si aggiungono inoltre all'equipaggio la Giovanna, sorella
quasi americana di Francesco e mia contrabbandiera personale, e Favla,
sorella mia e frequentatrice di altri newsgroup che questo. Riaffermata
l'italianita' di base del gruppo con una deliziosa pasta
"pestilenziale", siamo pronti per il martello sonoro, la lapide, il
ritorno alle atmosfere ormai sempre piu' minacciose di una Heimat ormai
lanciata verso l'inizio di una catastrofe che ancora nessuno davvero sa
immaginare.
Il nuovo episodio e' denso di eventi importanti, ma curiosamente meno
emozionante di altri che l'hanno preceduto. Lucie (quella che ho
erroneamente chiamato Luzy e Suzy nei report precedenti) ha un incidente
d'auto nel quale entrambi i suoi genitori perdono la vita e lei resta
parzialmente sfigurata (da qui in avanti la fotografia insistera'
parecchio sulla cicatrice che le deturpa la parte sinistra del volto).
Ernst Simon (anche qui ho sbagliato la settimana scorsa chiamandolo
Hans. Problemi miei coi nomi tedeschi. Parlo, comunque, del figlio di
Maria, fratello di Anton) inizia a volare su alianti veri dopo tanto
tempo passato a giocare con quelli costruitigli dall'ingegner "zio"
Otto. L'amore fra Maria e Otto attraversa un momento drammatico quando
arriva all'improvviso una lettera di Paul che annuncia di aver fatto
fortuna in America e di aver deciso di tornare in Patria -Otto, che e'
figlio di un'ebrea, perde il posto di ingegnere ed e' costretto a
incontrarsi con Maria in modo clandestino. E a Maria cosa sta
succedendo? Sono i fatti che le accadono attorno, oppure la sua testa se
ne sta andando? Quando Otto le parla lei sembra non ascoltare, o non
riuscire a capirlo, a concentrarsi su quello che lui le dice. Nei suoi
occhi azzurri il nero delle pupille fa pensare ogni tanto ai "black
holes in the sky" che i Pink Floyd superstiti vedevano negli occhi di
Syd Barrett.
La vita procede ancora quasi normalmente: torna il Natale, al cinema
esce finalmente "Casa paterna" (ossia "Heimat") con Zarah Leander ma in
giro non si avverte piu' tutta l'allegra euforia che l'anno prima era
solo leggermente temperata dalle preoccupazioni dei piu' lungimiranti.
Il marito di Pauline va a consegnare la sua auto, richiesta dal governo,
e anche se la rinuncia a questo importante status symbol non sembra
abbatterlo troppo, e' anche chiaro che non puo' farlo con entusiasmo.
L'amica di Lucie intanto si e' trovata un pollo da sposare e annuncia il
matrimonio prima agli amici che a lui stesso. Qualcuno dei contadini
osserva con un sopracciglio inarcato l'autostrada ormai praticamente
operativa: ora i viaggiatori non saranno piu' costretti a passare a
Schabbach e potranno spostarsi piu' velocemente da grande citta' a
grande citta'. Difficile che rivedremo mai qualcuno come la misteriosa
forestiera francese di ormai chissa' quanti anni fa. Ormai la gente
vuole andare veloce, come sempre piu' veloce va la Germania seguendo in
massa la voce stentorea del suo Fuhrer.
Vuole sceneggiatura che la nave che riporta a casa Paul Simon arrivi il
30 agosto, appena due giorni prima del discorso fatidico pronunciato da
Hitler il primo settembre 1939 -discorso che tutta la nazione ascolta
alla radio (e qui sarebbe stato utile qualche sottotitolo: invece
l'edizione video Mondadori Video-Mikado ci lascia ascoltare senza alcun
ausilio, cosi' come mai traduce i cartelli che compaiono di tanto in
tanto per scandire i cambi temporali. Un sottotitolo qua e la' costava
troppo?). Di preoccupazione per lo scoppio della Guerra non sembra
essercene troppa: in giro si avverte semmai la speranza e il desiderio
di vendicare lo smacco subito nella Guerra precedente. In giro si sente
un desiderio di rivalsa soprattutto nei confronti dei francesi, che
questa volta avranno certo quel che si meritano. Degli ebrei non parla
veramente piu' nessuno, salvo che per mettere in dubbio la purezza
ariana di questo o di quello. Per esempio dello stesso Paul, che ha il
torto pericolosissimo di chiamarsi di cognome "Simon": il fratello
Eduard e' costretto a laboriose ricerche in biblioteca per cercare di
ricostruire le prove di un albero genealogico immacolato, con accanto
l'infernale SS Wilfrid che sembra godere a mettere in dubbio l'arianita'
degli antenati piu' lontani.
[57']
(5-continua)
1/11 Nostalgia di terre lontane (1919-28) - 119'
2/11 Il centro del mondo (1929-33) - 89'
3/11 Natale come mai fino allora (1935) - 57'
4/11 Via delle alture del Reich (1938) - 58'
5/11 Scappato via e ritornato (1938-39) - 57'
6/11 Fronte interno (1943) - 57'
7/11 L'amore dei soldati (1944) - 58'
8/11 L'americano (1945-47) - 103'
9/11 Hermannchen (1955-56) - 138'
10/11 Gli anni ruggenti (1967-69) - 82'
11/11 La festa dei vivi e dei morti (1982) - 82'
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