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HEIMAT - Scappato via e ritornato (1938-39)

Fin dal titolo, l'episodio spoilera l'evento piu' importante -il piu' temuto che atteso ritorno a Schabbach di Paul Simon, scomparso ormai dodici anni fa (per noi appena cinque settimane. Per l'occasione, tornano a casa di Antonio e Barbara Chiara dalle Bande Nere (che non vedevamo dal Natale 1935) e Francesco (assente solo la scorsa settimana). Si aggiungono inoltre all'equipaggio la Giovanna, sorella quasi americana di Francesco e mia contrabbandiera personale, e Favla, sorella mia e frequentatrice di altri newsgroup che questo. Riaffermata l'italianita' di base del gruppo con una deliziosa pasta "pestilenziale", siamo pronti per il martello sonoro, la lapide, il ritorno alle atmosfere ormai sempre piu' minacciose di una Heimat ormai lanciata verso l'inizio di una catastrofe che ancora nessuno davvero sa immaginare.

Il nuovo episodio e' denso di eventi importanti, ma curiosamente meno emozionante di altri che l'hanno preceduto. Lucie (quella che ho erroneamente chiamato Luzy e Suzy nei report precedenti) ha un incidente d'auto nel quale entrambi i suoi genitori perdono la vita e lei resta parzialmente sfigurata (da qui in avanti la fotografia insistera' parecchio sulla cicatrice che le deturpa la parte sinistra del volto). Ernst Simon (anche qui ho sbagliato la settimana scorsa chiamandolo Hans. Problemi miei coi nomi tedeschi. Parlo, comunque, del figlio di Maria, fratello di Anton) inizia a volare su alianti veri dopo tanto tempo passato a giocare con quelli costruitigli dall'ingegner "zio" Otto. L'amore fra Maria e Otto attraversa un momento drammatico quando arriva all'improvviso una lettera di Paul che annuncia di aver fatto fortuna in America e di aver deciso di tornare in Patria -Otto, che e' figlio di un'ebrea, perde il posto di ingegnere ed e' costretto a incontrarsi con Maria in modo clandestino. E a Maria cosa sta succedendo? Sono i fatti che le accadono attorno, oppure la sua testa se ne sta andando? Quando Otto le parla lei sembra non ascoltare, o non riuscire a capirlo, a concentrarsi su quello che lui le dice. Nei suoi occhi azzurri il nero delle pupille fa pensare ogni tanto ai "black holes in the sky" che i Pink Floyd superstiti vedevano negli occhi di Syd Barrett.

La vita procede ancora quasi normalmente: torna il Natale, al cinema esce finalmente "Casa paterna" (ossia "Heimat") con Zarah Leander ma in giro non si avverte piu' tutta l'allegra euforia che l'anno prima era solo leggermente temperata dalle preoccupazioni dei piu' lungimiranti. Il marito di Pauline va a consegnare la sua auto, richiesta dal governo, e anche se la rinuncia a questo importante status symbol non sembra abbatterlo troppo, e' anche chiaro che non puo' farlo con entusiasmo. L'amica di Lucie intanto si e' trovata un pollo da sposare e annuncia il matrimonio prima agli amici che a lui stesso. Qualcuno dei contadini osserva con un sopracciglio inarcato l'autostrada ormai praticamente operativa: ora i viaggiatori non saranno piu' costretti a passare a Schabbach e potranno spostarsi piu' velocemente da grande citta' a grande citta'. Difficile che rivedremo mai qualcuno come la misteriosa forestiera francese di ormai chissa' quanti anni fa. Ormai la gente vuole andare veloce, come sempre piu' veloce va la Germania seguendo in massa la voce stentorea del suo Fuhrer.

Vuole sceneggiatura che la nave che riporta a casa Paul Simon arrivi il 30 agosto, appena due giorni prima del discorso fatidico pronunciato da Hitler il primo settembre 1939 -discorso che tutta la nazione ascolta alla radio (e qui sarebbe stato utile qualche sottotitolo: invece l'edizione video Mondadori Video-Mikado ci lascia ascoltare senza alcun ausilio, cosi' come mai traduce i cartelli che compaiono di tanto in tanto per scandire i cambi temporali. Un sottotitolo qua e la' costava troppo?). Di preoccupazione per lo scoppio della Guerra non sembra essercene troppa: in giro si avverte semmai la speranza e il desiderio di vendicare lo smacco subito nella Guerra precedente. In giro si sente un desiderio di rivalsa soprattutto nei confronti dei francesi, che questa volta avranno certo quel che si meritano. Degli ebrei non parla veramente piu' nessuno, salvo che per mettere in dubbio la purezza ariana di questo o di quello. Per esempio dello stesso Paul, che ha il torto pericolosissimo di chiamarsi di cognome "Simon": il fratello Eduard e' costretto a laboriose ricerche in biblioteca per cercare di ricostruire le prove di un albero genealogico immacolato, con accanto l'infernale SS Wilfrid che sembra godere a mettere in dubbio l'arianita' degli antenati piu' lontani.
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(5-continua)

1/11 Nostalgia di terre lontane (1919-28) - 119'
2/11 Il centro del mondo (1929-33) - 89'
3/11 Natale come mai fino allora (1935) - 57'
4/11 Via delle alture del Reich (1938) - 58'
5/11 Scappato via e ritornato (1938-39) - 57'
6/11 Fronte interno (1943) - 57'
7/11 L'amore dei soldati (1944) - 58'
8/11 L'americano (1945-47) - 103'
9/11 Hermannchen (1955-56) - 138'
10/11 Gli anni ruggenti (1967-69) - 82'
11/11 La festa dei vivi e dei morti (1982) - 82'

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Tutti i testi © Alberto Farina