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L'EPITALAMIO PER ANNA E TOMMASO

© 1997, Farina-Travaglini-Farina
(sull'aria di "Svegliatevi dal sonno ubriaconi")

Il dì del matrimonio di Tommaso
e d'Anna, qui presente, ch'è sua sposa
gli amici tutti pensano sia il caso
di consigliargli quella certa cosa:
se per crederci Tommaso
ci avea sempre messo il naso,
questa notte sia più scaltro
e ci metta qualcos'altro.
Saprà bene
cosa conviene.

Or qui alla festa s'aprono le danze,
ma presto Anna e Tommaso saran grati
se non li noterem lasciar le stanze
piantando in asso tutti gli invitati.
Ché, se valzer e hully-gully
voglion gente e cornamuse,
la mazurka ed altri balli
riescon meglio a porte chiuse:
bossa nova
dentro l'alcova.

Di sangue blu son tutti e due gli sposi:
famiglie blasonate e di gran storia.
Lei fu contessa ed ora per osmosi
diventa principessa in gran baldoria.
Sul suo stemma nove palle
adornavan la corona,
or ne restan due soltanto
ma hanno in mezzo una spadona:
è l'arma pronta
quello che conta.

La laurea d'Anna è su Napoleone,
il grande imperatore dei francesi,
la mano egli teneva nel giaccone
ma lei non ne ha parlato nella tesi:
ché Tommaso, caso strano,
l'ha battuto di una spanna,
infilando la sua mano
nella giacca, sì, ma d'Anna!
Non si copi
quel popi-popi.

Il coro è qui riunito in questo prato
abbiam chitarra, voce e del buon vino;
ahimè, lo sposo il flauto si è scordato
e l'altro suo strumento è piccolino!
Ma la sposa non si sbaglia,
è una furba di tre cotte,
farà crescerne la taglia
mezzo metro questa notte:
è un suono strano
meglio di un piano.

Ci son tante portate da mangiare
e gli invitati tutti ci dan sotto:
c'è chi cerca di non farsi notare
e chi è all'ottavo piatto di risotto.
Sol lo sposo nulla tocca
vuol soltanto l'albicocca,
e la sposa sta in campana
aspettando la banana.
Che banchetto
stanotte a letto!

Ormai che Tomma ed Anna son sposati
si cambiano i rapporti familiari
e con più confidenza son chiamati
dai suoceri e da tutti i loro cari:
non si danno più del voi
e anche il lei non s'usa più,
ma tra loro i nostri eroi
si daranno dell'Hatù!
E' un ritornello
col Settebello.

è giunto il tempo ormai di salutare,
che il nostro epitalamio ora si taccia:
saranno Anna e Tommaso a ripassare
altrove questa nostra canzonaccia.
Concludiamo il nostro canto
con gli auguri pel futuro
che sia dolce, ma ogni tanto
(quando serve) che sia duro.
Senza artrosi:
viva gli sposi!

Viva gli sposi!

Altri epitalami:

Elena e Giulio

Mariale e Valperto

Costanza e Marco

Lucilla e Gabriele

 

Tutti i testi © Alberto Farina