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Il quaderno di stupidaggini di Berto e Peppe

Il concetto di comunicazione asincrona è probabilmente vecchio quanto l'invenzione della scrittura, o quasi: lo scambio epistolare esiste da sempre, e anche il dialogo a distanza di due o più interlocutori mediante interventi pubblicati su riviste o bacheche non è certo una novità dell'epoca moderna. Però è vero che lo sviluppo di Internet ha potenziato enormemente questa modalità di interazione, soprattutto grazie al mondo felicemente incontrollabile di Usenet.

Devo confessare che è stata soprattutto la scoperta dell'esistenza di Usenet che mi ha attratto (tardivamente, a metà degli anni Novanta) verso la rete, e che il primo software che ho imparato a usare, dopo quello per la posta elettronica, è stato un newsreader. Accedendo a un numero pressoché infinito di gruppi di discussione, specializzati nelle materia più disparate e aperti a tutti - competenti e incompetenti, geni e dementi, vicini e lontani, tutti livellati in partenza e connotati esclusivamente dalla capacità di esprimersi e relazionarsi per iscritto. Come già detto altrove, dedico ai newsgroup parecchio del mio tempo, e sono convinto di avervi appreso - e di apprendervi ancora - moltissimo di quello che sono e molto di quello che so.

Abbastanza curiosamente, una modalità di discussione molto vicina a quella dei newsgroup si era già sviluppata spontaneamente tra alcuni dei miei compagni di classe del liceo. I nostri diari scolastici erano in gran parte occupati da lunghissime discussioni testuali: qualsiasi frase, disegnino o annotazione poteva essere fatto oggetto di un commento scritto da parte di qualche compagno, e il commento poteva produrre a sua volta un ulteriore commento o disegno, e via dicendo. Capitava a volte che la discussione si ramificasse per pagine e pagine, e che ricostruirla potesse divenire un'impresa da filologo, grafologo e in qualche caso crittografo. Pian piano si era perciò consolidata la prassi di collegare i commenti successivi con apposite frecce che permettessero in ogni momento di orientarsi e seguire la logica, spesso discutibile, del discorso.

Il Quaderno di stupidaggini di Berto e Peppe era nato dall'esigenza di avere spazi più capienti per discussioni che, come potrà vedere chiunque sia curioso di saperne di più, crescevano esponenzialmente attraverso la maniacale notomizzazione degli elementi più irrilevanti di tesi già di per sé assurde in partenza. Si perdeva qualcosa in spontaneità (mancavano una quantità di spunti naturali come appunti, indicazioni su compiti in classe, compiti o annotazioni varie) ma si guadagnava molto in libertà di demenza. Eccolo finalmente online per quelle due o tre persone interessate ad approfondire, come acutamente dice da qualche parte Peppe, l'analisi di dove possa condurre l'uso non finalizzato della mente umana.

Entrate, a vostro rischio e pericolo.

 

Tutti i testi © Alberto Farina - Consulenza editoriale: Chiara Strekelj - Creazione sito: mia sorella