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TEMPO DI INTERNET

Il mulo
(l'Orologio - ottobre 2004)

Da cosa nasce cosa. Appena un mese fa dicevamo di come un programma di messaggeria come ICQ ci offra una visione sinottica di quali fra i nostri amici si trovano in quel momento come noi davanti al computer, alla portata di un nostro saluto istantaneo. Quel che non avevamo detto è che - oltre a quella di aggiungere alla lista dei contatti i nomi di tutti quelli che conosciamo - ICQ ci offre anche la possibilità di cercare nuovi amici facendo ricerche per campi: e quindi ad esempio selezionando, fra le decine di migliaia di utenti registrati, quelli che parlano questa o quella lingua, che hanno un'età compresa fra due numeri da noi definiti, e hanno indicato fra i loro hobby l'orologeria (tanto per non fare che due esempi di cui ho conoscenza diretta: c'è chi, con questo sistema, si è scientificamente cercato l'anima gemella per la quale mandare in crisi il proprio matrimonio; e chi, da Hong Kong, ha cercato interlocutori italiani per chiedere lumi per un sempre rinviato viaggio in occidente).

Forse l'unico criterio che ICQ non offre è quello di individuare le persone online sulla base di quello che hanno di interessante sul proprio hard-disk. » questa l'esigenza a cui rispondono i sistemi di condivisione telematica di file, dilaganti da quando l'ADSL e la fibra ottica concedono a sempre più utenti di restare online per ore e ore - e con connessioni velocissime. » il mondo famigerato del peer-to-peer (familiarmente abbreviato da chi vuol far vedere che se ne intende nella sigla p2p), ossia del rapporto di scambio fra pari: chiunque desidera condividere con il mondo qualcosa che risiede sul suo computer può utiizzare un programma tra le decine continuamente proposte dagli sviluppatori di tutto il mondo, e aprire al popolo degli internauti l'accesso a una o più delle sue directory.

Programmi come eDonkey (http://www.edonkey2000.com) o eMule (http://www.emule-project.net/) oppure, per chi usa un Macintosh, aMule (http://www.amule.org/) funzionano in modo non troppo dissimile da ICQ: una volta avviati e configurati, si limitano ad avvertire la rete che siamo online, e che i file che abbiamo messo in condivisione sono in questo momento accessibili. Ed ecco che chiunque, in quel momento, stia cercando col medesimo sistema quel determinato file, sarà in grado di cominciare direttamente a scaricarsene una copia. Dato che accade frequentemente che più utenti allo stesso momento si trovino collegati e abbiano a disposizione quel medesimo file, il cercatore sarà in grado di risparmiare tempo scaricandolo da più fonti simultaneamente - così come più utenti potranno abbeverarsi nello stesso istante dalla cartella che noi abbiamo deciso di mettere a disposizione.

Poiché accade frequentemente che le richieste per un determinato file eccedano la capacità della connessione, il meccanismo esercita una democratica discriminazione consentendo di scaricare materiale in misura proporzionale a quanto si offre alla comunità: chi volesse solo tirarsi giù roba dalla rete senza offrire nulla avrà vita difficile, mentre coloro che propongono ampie scorte di materiali interessanti passeranno avanti nella coda di attesa. E tuttavia, se non si ha fretta, non è difficile riuscire: perché il programma mette automaticamente in condivisione anche i frammenti di ciò che stiamo scaricando in quel momento. Tutti coloro che stanno tirando giù qualcosa, fungono quindi anche da mirror, moltiplicando l'accessibilità di quel preciso file. E chi abbia davvero tempo da perdere può conoscere per nome (o, meglio, per nickname) tutti coloro che gli sono attaccati in quel momento, e invitarli a una seduta di chat in diretta, magari per chiedere consigli o delucidazioni.

Per chi vuole diffondere in modo economico qualcosa che ha creato - e che esiste in formato digitale - il p2p costituisce uno strumento formidabile, e il fatto che oggi la stragrande maggioranza degli utenti lo utilizzi soprattutto per scaricare illegalmente copie di film, software o musica regolarmente in vendita sta costringendo il mercato a studiare nuove strade: e non solo sulla via della repressione imboccata (fra le polemiche per la goffaggine della misura proposta) anche dal ministro Urbani. Qualcuno si sta accorgendo infatti che il mulo offre accesso anche a materiali utilissimi (testi fuori catalogo, film non più in commercio) che il mercato non è (ancora?) in grado di offrire. Una volta che sia passata l'ubriacatura della pirateria, quindi, è probabile che il sistema si presti a produrre un'ennesima svolta epocale nel modo di distribuire la cultura. E forse anche coloro che oggi tuonano, non a torto, contro i pirati dovranno ammettere che non tutti i mali vengono per nuocere.

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Tutti i testi © Alberto Farina