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La banca del tempo
(l'Orologio - marzo 2002)

In Galassia che vai, un ingegnoso romanzo di fantascienza dell'americano Eric Frank Russell, i protagonisti arrivano su un pianeta dove il denaro è un concetto incomprensibile alla gente comune. Tutti i rapporti di scambio si basano sull'idea di ob, obbligazione che si è poi tenuti a ripagare: chiunque ha bisogno di aiuto può limitarsi a chiederlo, ma è consapevole di aver contratto un ob con qualcuno che a sua volta potrà pretendere qualcosa in cambio. Grazie a questo meccanismo, gli abitanti del pianeta vivono senza essere soggetti ad alcuna autorità: liberi di fare solo ciò che desiderano, ma consapevoli di dover collaborare gli uni con gli altri almeno nella misura necessaria a garantirsi un certo credito presso i propri concittadini.

Quello che il libro non spiega è come si risolvano i problemi di misurazione dei vari ob. Perché, è naturale, la valutazione di un servizio è ampiamente legata alle esigenze individuali: qualcuno che vada per conto mio a fare la fila all'ufficio postale vale per me infinitamente di più di un altro che è disposto a potarmi tutti gli alberi da frutta del giardino; ma qualcun altro potrebbe preferire una persona che venga a leggergli a domicilio gli articoli dell'Orologio, impartire lezioni private di orologeria, riparare (o valutare) i pezzi più preziosi della propria collezione.

La soluzione semplice ed efficace proposta dalle Banche del Tempo è di rinunciare a priori a stabilire una graduatoria di valori fra un servizio e un altro: si scambiano prestazioni contro prestazioni, misurate in ore, mattine, pomeriggi e giornate. Chi aderisce all'iniziativa deposita il suo tempo, specificando quale attività è disposto a svolgere a beneficio di altri. Quale sia questa attività ha una importanza relativa, perché quello che si scambia è l'unico elemento che ci accomuna tutti, pasticceri e scienziati, scrittori e babysitter, imbianchini e massaggiatori: le ore di ogni giorno sono 24 per tutti e tutte hanno lo stesso identico valore potenziale per chiunque. Il punto è decidere se spenderle per sé o per gli altri, se usarle per vedere un altro po' di televisione, per leggere un libro o per fare qualcosa per qualcun altro. Al tempo depositato presso la Banca corrisponderà una quantità identica di tempo da ritirare: ad ogni correntista viene consegnato un libretto degli assegni su cui registrare il tempo in dare e quello in avere. E a fine mese viene spedito l'estratto conto: chi si trovasse in rosso sarà richiamato a coprire l'ammanco.

Sulla carta, l'idea potrebbe ricordare in modo sinistro quella dei terribili signori grigi di Momo -ricordate? Quelle creature che inducevano gli esseri umani a mettere da parte tutto il tempo non dedicato al lavoro, e che poi se lo fumavano arrotolato in mefitici sigari. Con la differenza che la Banca del Tempo non funziona come deposito ma come semplice centro di raccolta e smistamento della domanda e dell'offerta di tempo: in sostanza, l'intermediario di un sistema nuovo di reciprocità paritaria, una forma evoluta di azione di aiuto reciproco. Il più delle volte le Banche del Tempo sono sostenute da amministrazioni comunali, associazioni di volontariato, associazioni culturali, tempo libero, ma si danno anche casi in cui i gruppi che hanno dato vita a questo tipo di esperienze, si sono costituiti in associazioni autonome, completamente autogestite e che si autofinanziano con una quota di partecipazione.

Non è volontariato, insomma, nè un sistema per sopperire a a costi ridotti servizi pubblici carenti. Al di là del lodevole intento di canalizzare in un modo nuovo le energie che non trovano sfogo nel volontariato, la finalità è infatti soprattutto sociale: lo scambio reciproco di ore preziose mira alla ricostituzione di rapporti sociali che sempre più tendono a diradarsi e a inaridirsi. Un buon modo per scoprire le regole di questo gioco è visitare http://www.regione.emilia-romagna.it/ass_psociali/btempo/. Il sito (che a partire dal 27 marzo sarà disponibile con una grafica interamente rinnovata e una potenziata interattività a un indirizzo più pratico, http://www.regione.emilia-romagna.it/banchedeltempo/ ) offre tutte le spiegazioni e una quantità di link geografici per sapere a chi rivolgersi per partecipare in qualsiasi zona del mondo (chi volesse limitarsi all'Italia può bruciare le tappe e andare direttamente a http://www.cgil.it/cittadinoritrovato/tempomat/BANCHE-ITALIANE.htm). Non si rischia niente, se non forse di imparare a capire il senso autentico di una domanda che forse troppo spesso capita di usare a sproposito: "Hai un momento?"

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Tutti i testi © Alberto Farina