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TEMPO DI INTERNET

Skype
(l'Orologio - novembre 2004)

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Ne parlavamo appena un mese fa: la tecnologia che sta dietro ai sistemi di condivisione paritaria di file su Internet (i tanto esecrati peer-to-peer, o p2p) è appena agli inizi e anche solo immaginarne le potenzialità di sviluppo nell'immediato futuro non è impresa facile. In attesa di capire come (e soprattutto quando) l'industria della cultura e dell'intrattenimento saprà reagire alla minaccia della pirateria, ecco ad esempio Skype: un'applicazione in grado di creare fin da oggi un bel po' di grattacapi alle compagnie telefoniche tradizionali.

A prima vista molto simile a ICQ, il sistema di messaggistica personale di cui abbiamo parlato due mesi fa, Skype è un altro programmino che si scarica gratuitamente dal sito http://www.skype.com. Anche in questo caso, completata l'installazione del software, ci si registra nel sistema scegliendo un nickname (e, volendo, inserendo i propri dati personali) e si inseriscono nella propria contact list tutti gli amici e conoscenti che si siano già registrati. E anche in questo caso, il programma ci mantiene informati in diretta su quali dei nostri contatti sia in quel momento online, e a portata di un nostro messaggio istantaneo.

Se non che, c'è una novità ed è una novità di un certo rilievo: oltre al consueto scambio di messaggini scritti, Skype offre soprattutto un tasto che permette - letteralmente - di telefonare a qualsiasi altro utente che si trovi collegato in quel momento. Avete capito bene: telefonare, con tanto di squillo e possibilità di rispondere (o di rifiutare la chiamata). E con in più l'innegabile vantaggio di sapere in anticipo chi sta cercando di mettersi in contatto con noi.

Requisiti tecnologici? Naturalmente è necessario un computer dotato di scheda audio (chi usa un Macintosh ce l'ha di serie anche sulle macchine più vecchie) un microfono in cui parlare e, magari, una cuffia per ascoltare, in modo da evitare a chi ci parla di sentire l'eco della sua stessa voce. E come funziona? Benissimo, provare per credere: se si dispone di una connessione veloce, la voce dell'interlocutore si sente come attraverso un telefono tradizionale (mentre si incontra qualche difficoltà collegandosi con un modem a velocità inferiore ai 56k) e conferma la validità di uno slogan semplice ed efficace: "Free Internet telephony that just works".

Allo stesso momento, resta attivo anche il sistema di messaggistica testuale: utilizzando Skype con un computer dotato di altoparlanti ma privo di microfono, ho potuto assaporare l'insolita esperienza di comunicare con qualcuno che rispondeva a voce a ciò che gli dicevo per iscritto. E al di là delle possibili applicazioni pratiche (ad esempio un dialogo con qualcuno che abbia difficoltà a parlare) poter contemporaneamente parlare e scrivere allo stesso interlocutore apre una modalità di comunicazione ibrida che risulta affascinante di per sè. Last but not least, Skype permette anche di inviare ai propri contatti (o ricevere da essi) qualsiasi genere di file digitale con una velocità molto superiore a quella dei sistemi di p2p e senza limiti di peso.

Le telefonate fra gli utenti di Skype sono gratuite indipendentemente da dove essi si trovino fisicamente, e poiché la società garantisce che resteranno gratuite per sempre è chiaro che i profitti devono venire da qualche altra parte. Ed ecco che entra nel gioco Skypeout, vale a dire la possibilità per gli utenti registrati di chiamare anche numeri di telefono tradizionali. Previo acquisto di una quantità minima di crediti, è possibile utilizzare il proprio computer per telefonare ovunque nel mondo a tariffe estremamente ridotte: già, perché Skype utilizza Internet per portare la voce fino alla destinazione desiderata, e deve affrontare solo l'esigua spesa di una chiamata locale per arrivare all'apparecchio del nostro interlocutore.

Addio alle costose tariffe delle chiamate intercontinentali? Per il momento sembra di sì ma, in qualche modo, a Internet bisognerà pur continuare a collegarsi. La partita della comunicazione, insomma, è ancora tutta da giocare: e in questa fase stiamo ancora solo arrivando a capire quale sarà il vero campo di battaglia.

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Tutti i testi © Alberto Farina