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TEMPO DI INTERNET

Bookcrossing
(l'Orologio - novembre 2002)

Il rapporto del libro con il tempo è implicito ma fortissimo. Si scrive per rivolgersi a persone che altrimenti non si conoscerebbero mai ma anche, non sempre consciamente, per lasciare dietro di sè una traccia del proprio passaggio terreno. Un libro cattura per sempre il pensiero del suo autore e, come un genio chiuso in bottiglia, permette di sprigionarne lo spirito anche a distanza di anni, di decenni o di secoli. E una biblioteca ben fornita è una collezione di prodigiose macchine del tempo, ciascuna pronta per un viaggio che può iniziare in qualunque momento, per qualunque luogo, qualunque tempo e qualunque umore si desideri.

Ma non si può parlare solo del contenuto, perché un libro è anche un oggetto fisico e come tale è in grado di portare su di sè segni particolari, tracce che vanno ben al di là di quelle che vi ha voluto imprimere l'autore. Chi bazzica le bancarelle o le rivendite di libri usati sa che cosa significa scoprire in un esemplare appena acquistato una pagina con un angolo ripiegato, un'annotazione, magari persino una dedica con la data di un compleanno ingiallito da chissà quanto tempo. Sono altri frammenti di tempo e di realtà, che il libro ha catturato durante il suo percorso nel mondo, passando di mano in mano, e soprattutto di occhio in occhio: fra un prestito e uno smarrimento, e magari un furto. Ed ecco perché, accanto ai molti che di un libro amano l'odore fragrante dell'inchiostro fresco e il piacere di sfogliare pagine nuove come lenzuola pulite, ci sono tanti che preferiscono invece i libri vissuti, quelli che in una macchia di caffé o in un fiorellino disseccato fra due pagine sanno raccontare storie che l'autore non ha potuto mai immaginare.

Per tutti questi collezionisti di momenti, per questi ladri-voyeur di un tempo altrui, esiste da alcuni mesi il sito http://www.bookcrossing.com, che ufficializza in un gioco una concezione animista che sembra avere più adepti di quanto non si possa pensare a prima vista. Un libro che resta a prendere polvere in uno scaffale, si legge nel sito (che, attenzione, è riservato a chi capisce l'inglese... ma esistono anche pagine in italiano curate da attivisti del nostro paese, come vedete a http://www.rinaldiweb.it/eurobc/it/), non giova a nessuno, mentre uno che passa di mano in mano diffonde il piacere ad infinitum. E allora, propongono i gestori, perché non provare a "liberare" un volume, lasciarlo a disposizione del primo che passa, qualche sconosciuto che lo accolga nella sua casa, lo legga e riviva oggi emozioni simili a quelle che abbiamo provato ieri quando l'abbiamo letto per primi?

A Bookcrossing ci si iscrive gratuitamente, scegliendo liberamente il nome con cui si vuole essere identificati. Dopodiché si scelgono uno o più libri che si vogliono condividere col mondo e li si registra sul sito, ottenendo un codice identificativo chiamato BCID (Book Crossing IDentification). Questo codice, riportato su una specie di ex libris che si incolla sul frontespizio, permette di seguirne le peripezie: perché chiunque lo troverà potrà visitare il sito e far sapere dove e con chi sia in quel momento il libro viaggiatore. Inziare è facilissimo, smettere molto più complicato, perché anche solo la scelta dei libri da liberare può diventare un'affermazione della propria personalità. E lo stesso vale per la scelta dei luoghi della liberazione: c'è chi predilige le cabine telefoniche e chi le panchine, chi finge di dimenticare il libro in un locale, o su un treno, e chi lo consegna direttamente a un amico. O a un altro bookcrosser, incontrato in uno dei raduni che si tengono, ogni secondo martedì del mese, ovunque nel mondo qualcuno si riunisca nel nome di questa pazza idea.

Al momento in cui scrivo, gli iscritti sono oltre 57.000 in tutto il mondo e crescono rapidamente grazie alla possibilità di segnalare il gioco agli amici (se volessi farlo io dovrei usare il link http://www.bookcrossing.com/friend/albertofarina) organizzandosi in liste e gruppetti, e magari andando insieme a caccia di libri. Un modo originale per ammazzare il tempo prima che, come direbbe Andrea Pinketts, sia il tempo ad ammazzare noi.

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Tutti i testi © Alberto Farina