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INTERVISTA CON GIANCARLO SOLDI

Proviamo a riassumere la storia della genesi di Nero.? Visto che già eri amico di Sclavi, e presumibilmente non avevi difficoltà ad ottenere i diritti, perché non siete partiti direttamente con Dylan Dog, Il Film?

Perché non ce lo volevano far fare! Abbiamo tentato subito quella strada nel primo anno di Dylan Dog, quando era ancora solo un giornalino da meno di centomila copie, ma un sacco di produttori (tra i più grossi) ci hanno chiuso le porte in faccia. Allora, poiché Tiziano è comunque un bravo sceneggiatore, abbiamo abbandonato Dylan Dog ed abbiamo cominciato a lavorare su altri progetti. Mi ha dato due suoi lavori: Dellamorte Dellamore e il primo abbozzo di quello che sarebbe poi diventato Nero., un suo racconto inedito. Dellamorte mi piaceva molto, ma mi apparteneva meno: ci sono troppi zombi e gli effetti speciali sarebbero stati incontrollabili; sarebbe stato un film troppo costoso. Questo era più contenuto, più facile da gestire: il budget è rimasto intorno ai due miliardi.

Abbiamo deciso di proporre il soggetto a Claudio Argento sulla base della sua fimografia: ha prodotto Piccoli Fuochi, Santa Sangre di Jodorowsky, ed è una persona capace di credere in progetti fuori degli standard. Lui ha trovato i soldi e siamo partiti con la sceneggiatura.

Come avete lavorato insieme?

L'idea originale è cambiata notevolmente. Il romanzo e la sceneggiatura sono stati scritti contemporaneamente e ci sono state influenze reciproche. Finita la sceneggiatura, dopo la prima settimana di riprese ho deciso di cambiare il finale, aggiungendo una sorpresa sull'identità di Zardo che, secondo me, rende il film più "adulto": e Tiziano ha cambiato di conseguenza il finale del suo libro.

Una cosa che Nero. ha in comune con Dylan Dog è l'elezione a sistema di ciò che Hitchcock chiamava "MacGuffin". Non solo l'elemento che innesca la storia (la crema anticellulite) è assolutamente pretestuoso, ma tutti gli snodi della trama sono fondamentalmente privi di interesse. Tutto il plot è semplicemente un grimaldello per esplorare immagini o situazioni surreali...

La storia va avanti a colpi di coincidenze, ogni snodo è dovuto al caso e solo alla fine, pazzescamente, il circolo si chiude. La trama diventa, sì, una ragnatela su cui muovere le cose che ci interessa raccontare. Credo che sia dovuto al fatto che Tiziano ed io siamo entrambi degli istintivi, non ci chiediamo mai "perché?" se ci sembra che una idea possa funzionare.
Ti faccio un esempio. Nel film c'è una scena in cui Castellitto si scontra con un cane in una risaia e lo uccide con un colpo di vanga. In sceneggiatura, lui tornava alla macchina, il cane non era morto e lo azzannava, e lui lo uccideva di nuovo a palate. Però durante le riprese Castellitto è caduto e si è fatto male, per cui non poteva più alzare le braccia. Era la terza notte che lavoravamo dalle otto di sera alle sette di mattina, ed avevamo già un giorno di ritardo. Il cane meccanico, tra l'altro, si era rotto col primo colpo di pala. Insomma, la scena non si poteva girare, e tutto l'episodio restava senza una conclusione. Allora, così sui due piedi, ho dovuto improvvisare la scena -del tutto astratta e priva di logica- in cui lui, esasperato, prende a palate l'acqua. Naturalmente l'attore non è Castellitto: ho dovuto farlo io stesso, perché ero l'unico a cui potevo chiedere di buttarsi nell'acqua alle cinque di mattina. In campo lungo la differenza non si vede.

Quando uscì quel terribile Tex e il signore degli abissi si sentiva dire che la scelta di tenere la macchina da presa praticamente fissa aveva per scopo di restituire nel film la staticità della tavola disegnata. Nero. invece è molto dinamico, usa tutti i trucchi possibili con la cinepresa, dal ralenti all'accelerato, dalla sovraesposizione a movimenti frenetici...

Ma infatti la differenza tra cinema e fumetto è solo la tridimensionalità; non certo la staticità. Sono molto contento che Bonelli, visto il film, si è molto tranquillizzato: Se mi chiederanno un'opinione, ha detto, stavolta non dovrò dissociarmi, come ho dovuto fare per Tex.

Come hai convinto Hugo Pratt a partecipare come attore a Nero.?

Gli ho semplicemente telefonato. Sapevo già dei suoi trascorsi: lui aveva già recitato in Mauvais Sang...

...anche in un film con Paolo Villaggio...

Sì, Quando c'era lui, caro lei. Che però è un film "invisibile". Comunque, mi sembrava perfetto per la parte. Gliel'ho spiegato, ha letto il copione e non ha avuto alcuna perplessità sulla storia, visto che comunque conosceva lo stile di Sclavi. E' un piccolo ruolo, ma è l'unico personaggio del film che non è eccessivo: entra nella storia, con uno sguardo capisce che non è roba da poliziotti ma da analisti, e se ne va. Insomma, ha accettato, forse anche perché gli ho detto: Guarda che farai felice un sacco di persone!

Racconta il modo in cui hai trovato i soldi per finire Polsi Sottili.

In un concorso per il miglior soggetto, nel 1985, avevo vinto quindici milioni, e li avevo usati tutti per fare Polsi Sottili. Finiti i soldi, finirono le riprese, e mi ritrovai con tutto questo materiale girato, che equivaleva a circa l'ottanta per cento della sceneggiatura. La copia lavoro fu vista da uno del Festival di Berlino e Polsi Sottili fu invitato a partecipare: ma io non avevo i soldi per finire il film e stampare le copie. Così ho chiamato Mike Bongiorno e ho detto che sapevo tutto sui fumetti e avevo bisogno dei soldi per quel motivo: mi hanno chiamato in trasmissione e ho vinto settanta milioni in una sera! In realtà poi dei soldi vinti te ne danno circa metà, il resto viene trattenuto con una serie di clausole: ma dopo avermi visto in TV tutti i creditori mi hanno fatto credito per un bel pezzo, visto che sapevano che i soldi ce li avevo!

Dopo hai fatto Il mistero del panino assassino.

Non l'avevo scritto io, ma in piccolo c'era già molto di Nero.: anche lì c'era un cadavere che spariva in una città italiana (che in quel caso era Roma). Il film non è mai uscito per un classico problema all'italiana: il produttore esecutivo è scappato coi soldi e il film è stato messo sotto sequestro perché nessuno di quelli che ci ha lavorato è stato mai pagato!

L'opinione della critica ti interessa?

Ho letto tutto. Mi sono molto irritato quando il film è stato giudicato "furbo" e soprattutto "facile". Temo semmai che il film sia fin troppo complicato e richieda fin troppa attenzione allo spettatore. In un'altra critica ho letto che il film "non si poteva giudicare"; vuol solo dire che non è classificabile, tanto è vero che su alcuni giornali, accanto al titolo, non mettono il "genere": perché non è Horror, non è Thriller, non è Giallo e non è Commedia. E' semplicemente "Nero".

Che genere di film ti piacciono?

Non amo particolarmente l'horror e il sangue. Mi piacciono molto i fratelli Coen, e in Nero. c'è una citazione di Blood Simple; in generale non ho un genere preferito, anche se adoro certi film un pò folli. Per restare alle ultime stagioni ho adorato My Own Private Idaho, i film di Percy Adlon, Toto le Heros.

E i fumetti?

Oltre a Dylan e Corto, Krazy Cat, The Spirit e Mandrake. Ma poi Tintin, Lil'Abner, non mi fermerei mai.

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Tutti i testi © Alberto Farina - Consulenza editoriale: Chiara Strekelj - Creazione sito: Flavia Farina