Un bel giorno del 2005 arriva qualcuno che non ha mai scritto nulla su it.arti.cinema e che pubblica un post intitolato profondo rosso... capolavoro o imbroglio?. Si firma Alundra, dice che il film gli è piaciuto e che tuttavia qualcuno gli ha fatto notare che il regista vi si macchierebbe di un imbroglio per rendere impossibile l'individuazione dell'assassino.
La discussione divampa abbastanza rapidamente. L'annotazione di Alundra è abbastanza buttata lì (non a caso, il nuovo arrivato non interverrà mai nel thread e scompare per sempre dal newsgroup) ma grazie ad essa le scelte stilistiche e narrative di Argento diventano oggetto di un dibattito vivace che si dipana in quasi 120 messaggi.
Personalmente, mi faccio coinvolgere da un sottothread dedicato a una scena in particolare: quella in cui (e qui, se non avete ancora visto il film, CESSATE DI LEGGERE: si sveleranno elementi cruciali della trama) Giordani (Glauco Mauri) viene aggredito in casa sua dal misterioso assassino, che lo uccide dopo averlo distratto con un orribile pupazzo ghignante. Una delle frequentatrici più interessanti di it.arti.cinema, susanna, sostiene che il pupazzo sia uno strumento antinarrativo (una tesi che in seguito ho trovato sostenuta, con ben minore autorevolezza, anche da qualcun altro) io sono di avviso opposto. La disputa è in realtà soprattutto definitoria, e quindi sostanzialmente sterile, ma ne nasce un'analisi approfondita della sequenza. Credo che valga la pena di riportarla.
Per gli appassionati di coerenza narrativa, c'è un sottothread in cui si discutono i supposti buchi di sceneggiatura del film. Lo trovate, nel suo contesto globale (e con tutto il materiale che qui non sto a riproporre) se avete voglia di spulciarvi su Googlegroups il thread nella sua interezza.
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