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La casa di Berto

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Caro diario

Non è che questi disegnini li metta online perché pensi che valgano qualcosa, eh. E' solo che negli anni, e nei periodici repulisti, alcuni diari di scuola sono sopravvissuti ad altri perché mi dispiaceva l'idea di non ritrovarli più la volta successiva negandomi il piacere di sorriderne ancora. Oltre a me, le sole persone che, forse, potrebbero apprezzare questa roba sono i miei antichi compagni di scuola: uso loro come scusa per il tempo dedicato a scansionare paginette ingiallite. In realtà so bene che sarò praticamente solo io a bazzicare, ogni tanto, questa pagina. Ma d'altra parte questo sito si chiama "La casa di Berto" e penso di avere il diritto di fare come mi pare.

Come disegnare un omino"Come disegnare un omino" - Metafumetto, ultimo rifugio di chi non ha vere idee. E anche il risultato di forse troppe ore passate a cercare di capire qualcosa degli appunti di filosofia, pagine e pagine scritte a velocità forsennata per cercare di registrare tutto quello che la professoressa Voltaggio spiegava molto meglio che sul libro di testo. C'è tutto il pedantismo definitorio che avrebbe fornito l'ossatura delle delirantissime discussioni sul Quaderno di stupidaggini di Berto e Peppe.

Diciamo alla prof di Raffaello"Raffaello" - Versione disegnata delle moltissime schermaglie visuali dei diari del III A del Lucrezio Caro. In questo caso, la prima vignetta illustra per i posteri un dialogo autentico avvenuto fra l'Autore e il suo compagno di banco, Stefano, che proponeva di informare la professoressa Asmone (Storia dell'Arte) di una nostra visita a una mostra dedicata al pittore. Il quale, in un secondo tempo, arricchisce l'opera con la seconda cruenta illustrazione (e col relativo commento), provocando la reazione illustrata nella terza e più lugubre immagine. Al filologo non sfuggirà che ogni immagine è firmata da un minuscolo monogramma che ne identifica il relativo autore. Nella pagina appare anche un accenno di protothread che parte da una firma di Sara, ma di questo fenomeno parleremo altrove.

Spia! Spia!"Spia! Spia!" - Eccezione alla regola per cui le immagini che compaiono in questa pagina si debbano tutte allo stesso autore, ecco la più riuscita delle storie a fumetti realizzate dal compagno di classe Valerio. Rigetto qualsiasi illazione nei miei confronti: l'attribuzione del ruolo di spia non era assolutamente dovuta a un comportamento delatorio da parte mia ma solo a un dato morfologico difficilmente discutibile quali le orecchie a sventola. La storiella potrà anche ricordare a chi c'era il periodo dei gavettoni radicali, in cui chiunque poteva venir sollevato di peso da una banda di compagni per essere gettato in un lavandino del bagno previamente riempito di acqua gelata.

Spy Story"Spy Story" - Dopo pagine e pagine di caricature reciproche, molti di noi erano ormai ridotti al rango di personaggi dei fumetti in grado di vivere le più insensate avventure. In questo cupo dramma spionistico, Stefano interpreta se stesso soprattutto per la necessità narrativa di usare il suo cognome come base per l'equivoco che anima, per così dire, il complicato intreccio. Ugo ha invece il ruolo di 007, ma senza dimenticare la sua passione di allora per i go-kart.

Suicidio per noia"Alberto aveva deciso di uccidersi" - Ancora una coproduzione Colonna/Farina. Al primo si deve l'incipit, al secondo le vignette successive (in verde) con un suicidio dell'Autore che è anche una vendetta. Da notare che la passione di Stefano per l'Arte è divenuta poi la sua professione, e che quindi le accuse mica tanto implicite di questa opera probabilmente non erano troppo fondate.

Accadde una notte"Accadde una notte" - Ennesima storiellina scema con telefonatissimo ribaltamento finale, ma in qualche modo lo spirito è già quello delle storie per Bloob e Scanners. A occhio l'idea sembra scopiazzata da un famoso episodio di Ai confini della realtà. O da una indimenticata gag di Hellzapoppin'. O da un celeberrimo racconto di Fredric Brown. Oppure ancora da...

Teorema"Teorema" - La Romeo ci aveva insegnato alcune cose sui teoremi, ma certo nulla dei suoi sforzi traspare dal teorema qui illustrato (tratto da una pagina del diario di Stefano che recuperai, insieme a diverse altre, in parte recuperate nei paragrafi qua sotto, quando mi disse che intendeva buttarlo via: non potevo sopportare che queste creazioni andassero perse nel tempo come lacrime nella pioggia).

La birra"La birra" - Ho un ricordo abbastanza vago di come sia nato questo capolavoro della letteratura a fumetti, ma sospetto che facesse parte di una di quelle sfide che ogni tanto lanciavo per cercare di distrarre Stefano dall'attenzione concentrata su qualsivoglia lezione si stesse tenendo. Potrebbe essere andata che, per tacitare l'ennesima fastidiosa richiesta di su che argomento vuoi che faccia un fumetto?, il povero compagno di banco avesse risposto Sulla birra!. Vabbè, non è che il risultato dimostri granché, in effetti. (Dal diario di Stefano)

Voltaggio"La Voltaggio" - Tra tutti i professori, la Voltaggio era la sola che desse del lei a tutti noi studenti e, come indicato più sopra, le sue lezioni mi piacevano molto, tanto che mi sforzavo di trascrivere quanto più possibile di quanto diceva. Ricordo con orgoglio che i miei appunti erano considerati abbastanza bene dai compagni, almeno fino a quando, più o meno dalle parti di Kant, non cominciai a perdere completamente il filo della filosofia. Durante qualche lezione particolarmente difficile da seguire venne fuori questo scarabocchio/caricatura - ingenerosa ma anche l'unica raffigurazione che mi resta di una prof. che mi piaceva. Penso di poterla pubblicare ora che lei non c'è più, anche considerato il fatto che sono passato dall'altra parte della barricata, e che i miei studenti mi hanno caricaturato a loro volta, dimostrando ben altro talento artistico. (Dal diario di Stefano)

Bianchi"La Bianchi" - La Bianchi ci insegnava scienze naturali, ed è rimasta sempre un mistero: era la decana delle nostre professoresse, guidava la macchina quasi appendendosi al volante, era davvero appassionata della materia ma forse non altrettanto forte nel comunicare quell'entusiasmo a noi. Le sue spiegazioni tendevano parecchio alla divagazione, anticipando argomenti ben al di là della nostra preparazione. Penso di essermela cavata per tre anni, in quella materia, soprattutto per aver vilmente aderito a una promozione da lei proposta per un abbonamento a costo ridotto a non so più che rivista scientifica - un investimento santo e benedetto, anche se gli articoli non li capivo molto. (Dal diario di Stefano)

Asmone"L'Asmone" - Soggetto tra i preferiti in tutta la scuola per graffitisti e battutari, l'Asmone era parte integrante della Storia del Lucrezio: insegnava Storia dell'Arte in quattro sezioni su cinque, quindi la conoscevano tutti. E lo faceva da tanto tempo che persino il babbo di Giuseppe ricordava di aver seguito le sue lezioni. Mi interrogò a tradimento alla seconda lezione del primo liceo - la settimana prima ero stato assente, ma i compagni mi avevano assicurato che lei aveva promesso di spiegare anche quel giorno... però per qualche motivo aveva cambiato idea. Sul tempio dorico feci scena muta e tornando al posto ricordo la sua voce che borbottava qualcosa del tipo Se cominciamo così, con questi voti possiamo fare la schedina!. Per rimontare in media il 2 che avevo preso dovetti farmi interrogare di nuovo tre o quattro volte con lei (e almeno un'altra volta con una supplente di manica larga che servì ad alzare un poco la media. Poi, negli anni seguenti, la belva si rivelò quasi un agnellino: in terza liceo si faceva dare del tu e alla fine, nonostante tutto, le si erano tutti affezionati. (Dal diario di Stefano)

 

Tutti i testi © Alberto Farina - Consulenza editoriale: Chiara Strekelj - Creazione sito: Flavia Farina