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BLUES BROTHER PER CASO (Estate 1997)

John Landis, ce l'ho. Dan Aykroyd pure, con tutta la Blues Brothers Band. Ho Bo Diddley e B.B. King, e perfino -incredibile- quella strega di Aretha Franklin. E poi la "Pinguina" (l'adorabile vegliarda Kathleen Freeman) e Frank Oz, il più grande restituitore di preservativi usati della storia del cinema. Non sono mai stato un cacciatore di autografi, ma la tentazione stavolta è stata irresistibile: così adesso la mia copia personale del mio libro su John Landis è ricamata dalle firme di gran parte del cast di The Blues Brothers, più quelle di molti altri citati nel libro per film diversi.

L'Autore che chiede l'autografo ai suoi Personaggi, quasi una pirandellata. Che comincia esattamente un anno fa, con un plico Federal Express. Il mittente è Landis, John Landis. Ancora non ci credo che, una volta uscito il mio Castoro su di lui, non abbia interrotto la nostra corrispondenza: ma il pacco, eccolo qua. Apro e trasecolo: è uno script intitolato (gulp!) Blues Brothers 2000, by Dan Aykroyd e John Landis. La data sul frontespizio è November 18, 1996. Quasi fresco di giornata. Apro il tomo con reverenza, come se fosse l'Arca dell'Alleanza. Leggo...

Universal logo

Then, letters SUPERED over black...

16 years later

FADE IN...

Il resto della giornata se ne va nella lettura e rilettura frenetica delle nuove avventure di Elwood Blues. Solo di Elwood, sì, perché Jake -lo si scopre a pagina due- è morto (nessuno ci dice perché: i cinici penseranno subito a quel letale speedball del 1982, ma chi vuole è libero di immaginare che Carrie Fisher sia finalmente riuscita a mettergli le mani addosso) e anche l'orfanotrofio non esiste più. L'inizio -in cui Elwood esce di galera e aspetta invano che il fratello venga a prenderlo- è folgorante. E tutta la sceneggiatura suona indubbiamente "vera" e plausibile, al di sopra di ogni sospetto di operazione commerciale. Sembra di ritrovare dei vecchi amici di cui non avevi più saputo niente: certo, qualcuno si è perso per strada, ma a trent'anni ormai hai imparato che succede anche troppo spesso.

Di Blues Brothers 2000 sono già tre o quattro anni che se ne parla, ma il progetto non quagliava perché la Universal rifiutava di metterci soldi ma anche di vendere a terzi i diritti per il sequel: la sceneggiatura significa che qualcosa si sta muovendo? Scrivo a John per ringraziare della sorpresa, ma anche per indagare. E la risposta arriva il 3 aprile, in un nuovo FedEx con l'ultima versione dello script (la copertina dice "3rd revised draft, March 25, 1997") e una letterina di John. Si Gira. A Toronto. A Giugno.

Toronto, eh? Lassù qualche amico ce l'ho. Ci sono stato già nell'estate 1995, lavorando come assistente volontario (non pagato) su The Stupids, a tutt'oggi l'ultimo film di John (un disastro, fra l'altro: qui in Italia credo di averlo visto io, papà e mamma e una quindicina di cari amici, che non se ne sono andati durante l'intervallo solo per vedere il mio nome nei titoli di coda, e fischiarlo; negli States è andata anche peggio): allora, pagandomi da solo biglietto e soggiorno per quattro mesi, l'avventura era stata finanziariamente devastante. Chissà se questa volta...

Parte una convulsa serie di trattative, per telefono, fax e FedEx. Lavorare in Canada senza essere iscritti al sindacato è sempre illegale, ma John crede di poter aggirare l'ostacolo. Però, dopo qualche settimana, arriva la mazzata: niente, non può pagarmi neanche come comparsa, pena multe stellari e interruzione delle riprese. Che fra l'altro sono state anticipate: si comincia domani. Porco qui e porco là. Però, se le mie vacanze mi portano da quelle parti, un letto me lo trovano...

Ah, bè: allora...

Ci penso un pò su. La logica dice "lascia perdere: l'esperienza l'hai già fatta nel 1995, non ti darebbero un dollaro, rinunceresti a una serie di lavori qui in Italia e comunque le riprese sono già cominciate". Già. Però... i Blues Brothers... Elwood che esce di galera dopo diciotto anni... la nuova Bluesmobile... dopotutto, ad agosto mica succede nulla. E un letto me lo trovano.

Donata, al telefono, mi fa: Alberto, se non ci vai sei scemo!

Ha ragione. Bisogna cercare di essere all'altezza dei propri sogni.

Andiamo.

Diario dal set

 

Tutti i testi © Alberto Farina - Consulenza editoriale: Chiara Strekelj - Creazione sito: Flavia Farina